Bari, la moglie non vuole farlo rientrare in casa. Prende la pistola e spara contro il terrazzino: fermato 44enne

Spara in direzione del terrazzino dell’abitazione per convincere la moglie a farlo rientrare in casa con la pistola detenuta illegalmente, dopo averla minacciata e dopo aver urlato in strada.

Un 44enne barese, con precedenti penali, è stato portato in questura dalla Polizia con le accuse di porto abusivo di arma e minacce ai danni della donna. I colpi esplosi per aria non hanno provocato danni né feriti. L’episodio nel quartiere San Paolo di Bari.

 

Bari, Amiu e Multiservizi non commissariate. Nella Polizia Locale vigilessa sospesa: stop pistola per 10 agenti – FOTO

Il Comune di Bari non sarà sciolto e le due aziende municipalizzate Amiu e Multiservizi non saranno commissariate, a differenza dell’Amtab, già sottoposta alla misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria. Sanzioni in arrivo per diversi agenti della Polizia Locale.

Ecco le nuove anticipazioni del decreto in attesa della notifica. Per Amiu e Multiservizi sono “previste misure di tutoraggio del Prefetto dirette ad assicurare uno stretto controllo delle loro attività” sulla base dell’articolo 94 bis del Codice antimafia.

Per l’Amiu il Prefetto di Bari “adotterà la misura della prevenzione collaborativa per la durata di 12 mesi”, si legge nel provvedimento. La società “dovrà adottare provvedimenti organizzativi di risanamento al fine di rimuovere e prevenire le anomalie riscontrate” e attraverso il GIA (Gruppo Interforze Antimafia), istituito presso la Prefettura, “saranno verificate le transizioni societarie in entrata e in uscita, i conferimenti di incarichi professionali e ogni atto di amministrazione o gestione di valore non inferiore a 5000 euro”. Inoltre la società dovrà “utilizzare un conto corrente dedicato che consentirà la tracciabilità degli atti di pagamento e riscossione”.

Per la Multiservizi è prevista invece una misura di controllo, sempre per la durata di un anno, meno invasiva visto che il Comune ha già adottato procedure di bonifico. Infine sono state rese note anche le sanzioni alla Polizia municipale: sospesa una vigilessa per 3 mesi dal servizio, altri 10 non potranno più portare la pistola.

Ragazzini suonano al citofono per scherzo e lui li minaccia con una pistola: dirigente comunale a processo

Antonio Baglivo, 60enne dipendente del Comune di Specchia, è finito a processo per aver minacciato di morte un ragazzino di 12 anni con una pistola. Lo scorso 31 agosto il minorenne, insieme ad altri coetanei, aveva suonato ripetutamente al suo campanello di casa.

Secondo quanto accertato dalle indagini e ricostruito dai carabinieri, l’uomo sarebbe sceso in strada raggiungendo il gruppetto in una piazza vicina e si sarebbe rivolto al ragazzino 12enne, ritenuto colpevole del fatto, mostrandogli una pistola e intimandogli un eventuale utilizzo se fosse accaduto un’altra volta.

Colpito da un forte stato d’ansia, il ragazzino è stato costretto a ricorrere alle cure della Guardia Medica dopo aver raccontato l’accaduto alla madre. Da qui la denuncia ai carabinieri e l’avvio delle indagini.

Al termine delle indagini preliminari il dirigente comunale è stato così raggiunto da un decreto di giudizio immediato fissato per il prossimo 10 aprile. Nel corso della perquisizione domiciliare l’arma usata non è stata mai ritrovata.

LA NOTA DEL LEGALE – Come difensore di fiducia di Baglivo Antonio, segnalo che le testate giornalistiche e televisive che leggono hanno riportato oggi 5.2.25 notizie non vere e comunque fuorvianti sul conto di Baglivo Antonio nella sua qualità di imputato in un processo penale da celebrarsi innanzi al Tribunale Penale di Lecce. Si legge negli articoli di ogni testata giornalistica indicata e si è ascoltato su Telegiornale TeleRama (tutte circostanze nella disponibilità di Baglivo Antonio) che in relazione ad un processo penale non ancora iniziato, quindi ancora allo stato di notifica del decreto di citazione a giudizio alle parti, il mio assistito avrebbe fatto uso di UNA PISTOLA come strumento di minaccia verso un minore. NESSUNA PISTOLA ha o ha mai usato il mio assistito, né si legge in tal senso nell’imputazione. Il contenuto degli articoli o del servizio non corrisponde alla verità come riportata negli atti del processo ed espongono il mio assistito (che si difenderà con tutti i mezzi idonei) a grave pregiudizio pubblico, come persona fisica e come Funzionario pubblico. Anche alla luce della circostanza, di pubblico dominio, che l’amministrazione di Specchia ha denunciato alla Prefettura la presenza e l’azione su tutto il territorio comunale di baby gang. Vi invito pertanto a voler emendare quanto lamentato.

Foggia, paura al Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti: detenuto tenta di sottrarre la pistola ad agente di scorta

Attimi di paura ieri sera nel pronto soccorso del policlinico di Foggia dove un detenuto, trasportato in ospedale dalla polizia penitenziaria per una visita medica, mentre aspettava di essere visitato avrebbe tentato di aggredire uno degli agenti che lo scortava, provando a sottrargli la pistola.

Immediato l’intervento dello stesso poliziotto e degli altri colleghi che hanno bloccato il detenuto. Nessuno è rimasto ferito.

Il detenuto, della provincia di Taranto, è in carcere a Foggia per scontare una pena per omicidio e sequestro di persona. In ospedale sono intervenute anche le volanti della polizia.

Bari, armi e pistola introdotta al Divinae Follie di Bisceglie: arrestati i due baby Palermiti e Parisi – VIDEO

Le indagini sull’omicidio Lopez hanno permesso anche di ricostruire un grave quadro indiziario a carico di Eugenio Palermiti, nipote dell’omonimo nonno, in ordine alla detenzione di altre due armi da sparo, una delle quali era stata introdotta, diversi mesi prima dall’evento in questione e con la complicità dell’amico Savino Parisi jr, nipote del noto capo dell’omonimo clan di Bari, all’interno del locale Divinae Follie di Bisceglie.

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Festeggiamenti di Capodanno, colpo di arma da fuoco a Bari: grave 20enne. Diversi feriti per esplosione botti

Un ragazzo di 20 anni è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco all’addome nel corso dei festeggiamenti per il nuovo anno. Il 20enne è ora ricoverato nel reparto di Rianimazione al Policlinico di Bari dopo essere stato operato d’urgenza.

Un altro uomo invece ha riportato un trauma a un occhio a causa dello scoppio di un bengala. Il personale del 118 ha assistito diverse persone, tra cui alcuni minori, sia per lievi traumi legati all’esplosione di petardi sia per abuso di alcol.

Un bambino di sei anni ad Andria ha perso un dito dopo che la pistola a salve che il papà gli aveva dato per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, è esplosa. Il piccolo, portato nel Pronto soccorso dell’ospedale Bonomo nella notte, è stato trasferito al Policlinico di Bari per le gravi ferite riportate agli arti superiori: non ha più un pollice. Adesso è ricoverato nella struttura sanitaria barese.

Un grosso petardo, dalla potenza esplosiva di una vera e propria bomba esplodendo ha provocato danni a una palazzina di proprietà dell’Arca Puglia, l’agenza regionale per la casa e l’abitare, che si trova in via Giovinazzo, nel quartiere San Valentino, ad Andria. La deflagrazione ha comportato l’evacuazione di sei famiglie in quanto l’elevato contenuto esplosivo del petardo ha provocato la lesione del pannello di coibentazione dell’immobile e divelto il portone di ingresso.

La staticità dell’edificio, sottoposto a recente ristrutturazione, sarà valutata dai tecnici dell’Arca Puglia che decideranno se i sei nuclei famigliari potranno fare rientro a casa oppure no. L’evacuazione, decisa a scopo precauzionale, ha impegnato anche gli operatori del 118 di Andria e di Bari che hanno supportato le famiglie. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale.

Omicidio Nardelli a Taranto, ritrovata dopo un anno e mezzo l’arma del delitto: a svelare la posizione il killer

Su indicazione fornita nei giorni scorsi dal presunto killer nel corso del processo in Corte d’Assise a Taranto, in collegamento dal carcere, ieri mattina è stata ritrovata dalla polizia l’arma che sarebbe stata utilizzata per l’omicidio di Cosimo Nardelli, di 62 anni, ucciso la sera del 26 maggio 2023 con due colpi di pistola in via Cugini.

La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Gli agenti della Squadra mobile dopo alcuni giorni di ricerche sono riusciti a individuare il luogo all’interno di una villa, nella borgata di San Vito, dove si trovava l’arma, che era nascosta in un secchio. La pistola sarà fatta analizzare per comprendere se sia stata utilizzata per uccidere Nardelli. Nell’ultima udienza del processo, era stato Aldo Christian Vuto, di 20 anni, reo confesso del delitto, a indicare il luogo in cui era stata occultata.

Per i pubblici ministeri Milto De Nozza e Francesco Sansobrino, il 44enne Paolo Vuto è ritenuto l’organizzatore dell’agguato mortale, a Tiziano Nardelli (fratello della vittima) è contestata l’accusa di essere il mandante mentre Aldo Cristian Vuto, figlio di Paolo, sarebbe l’esecutore materiale del delitto e il 23enne Francesco Vuto, cugino di Paolo, sarebbe stato alla guida dello scooter su cui viaggiava il killer. Il movente dell’omicidio potrebbe essere collegato alla decisione di Cosimo Nardelli di liquidare la cooperativa di famiglia e suddividere la proprietà con gli altri fratelli.

Armati di pistola rapinano tabaccaio mentre entra in banca: ladri in fuga con 30mila euro

Un tabaccaio è stato rapinato questa mattina mentre stava per entrare in una banca a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, per versare circa 30mila euro. L’uomo è stato avvicinato e minacciato con una pistola da due uomini con il volto coperto che lo hanno costretto a consegnare il danaro. I due, dopo aver arraffato i soldi, sono fuggiti a bordo di un’auto. Sul caso indagano i Carabinieri.

Omicidio a Ceglie, ucciso Singh Nardev. Movente choc: “I tre ragazzi volevano testare pistola appena comprata”

I tre giovani ragazzi arrestati questa mattina, tra cui due maggiorenni (uno era minore all’epoca dei fatti) e un minorenne (il maggiorenne arrestato è Paolo Natale Guglielmi), avrebbero ucciso il 38enne indiano Singh Nardev, morto in un casolare abbandonato la sera del 31 maggio scorso, perché volevano testare il funzionamento di una pistola appena comprata. Sarebbe questa l’origine sconvolgente del tragico evento. I tre hanno comprato una pistola a salve modificata al costo di 250 euro, dopo averla testata su alcuni oggetti hanno optato per il bersaglio umano. Al maggiorenne, sono state contestate anche le aggravanti della minorata difesa e dell’aver agito in concorso con minori d’età. Nonostante la ricostruzione i giudici non hanno condiviso la contestata aggravante della premeditazione.

La tesi del movente è stata svelata da un collaboratore di giustizia, parente di uno dei giovani assassini. A lui si erano rivolti per comprare i proiettili “Dopo aver sparato mi hanno fatto una videochiamata, nel quale mi hanno raccontato ridendo cosa era successo”, ha detto. I tre poi si sono allontanati come se nulla fosse e hanno raggiunto la piazza di Ceglie, dove ad attenderli c’erano tre amici che con un’auto li hanno portati via. Questi ultimi sono indagati. Le indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Bari e richiamate nei provvedimenti cautelari, si sono fondate, tra l’altro, sulle audizioni dei testimoni oculari, sull’esame delle immagini di video sorveglianza acquisite, sulle intercettazioni telefoniche che hanno interessato i presenti all’interno della struttura abbandonata al momento del fatto e le persone sottoposte alle indagini.

Singh Nardev era del tutto estraneo a contesti criminali. Si trovava in Italia dal 2006, qualche giorno prima di essere ucciso aveva trovato un altro lavoro in un fruttivendolo.