Mistero a Corato, trovato un fucile da caccia Winchester in un pozzo: era nascosto in una busta in cellophane

Nella mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, nel corso di un servizio perlustrativo finalizzato alla ricerca di armi, munizioni e materiale esplodente illecitamente detenuto, hanno trovato all’interno di un pozzo agricolo presente in un terreno incolto, privo di recinzione, sito in contrada “Polvere di Rose”, agro del Comune di Corato (BA), un fucile da caccia marca “Winchester” cal. 22 LR, opportunamente celato da malfattori in apposita busta in cellophane di colore nero.

L’arma, priva di munizionamento, è stata prontamente recuperata e sottoposta a sequestro dai militari operanti, al fine di compiere accertamenti finalizzati all’esaltazione d’impronte digitali.

Corato, crea il panico per strada e prende a pugni poliziotto in commissariato: arrestato 19enne

Un 19enne, in evidente stato di ebrezza, è stato arrestato sabato scorso a Corato dopo aver creato il panico sull’estramurale viale Vittorio Veneto, all’incrocio con via Alberto Mario. Il giovane ha iniziato a disturbare il traffico e i passanti, uno di loro ha allertato le forze dell’ordine attraverso una chiamata al numero unico di emergenza 112.

Sul posto è intervenuta una volante della Polizia. I tentativi di calmarlo e la richiesta di fornire le generalità non sono andati a buon fine, il ragazzo ha infatti opposto da subito resistenza. Gli agenti così hanno deciso di portarlo in Commissariato, ma la situazione è degenerata.

Il giovane ha reagito in modo aggressivo, arrivando a colpire uno degli agenti con pugni al volto. Il poliziotto, ferito durante l’aggressione, è stato costretto a recarsi al pronto soccorso per ricevere le cure necessarie.

Il giovane è stato così arrestato con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Attualmente si trova nel carcere di Trani, in attesa della convalida dell’arresto.

Trani, cadavere trovato in spiaggia: si tratta di un 74enne di Corato. Ipotesi suicidio

Il corpo senza vita di un uomo di 74 anni originario di Corato (Bari) è stato trovato nel pomeriggio di oggi, sulla spiaggia di Colonna a Trani. La vittima, secondo quanto si apprende, potrebbe aver compiuto un gesto estremo lanciandosi in mare. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il personale del 118 che ha solo potuto constatare il decesso del 74enne. La salma è stata affidata ai familiari.

Omicidio a Corato, l’esito dell’autopsia: Manzi ucciso per colpi di fucile al torace. Funerali privati

È morto per i colpi di fucile che lo hanno raggiunto al torace Nicola Manzi, l’uomo di 50 anni ucciso a Corato (Bari) lo scorso 16 dicembre. È quanto emerso dall’autopsia eseguita dal professor Antonio De Donno, dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.

I funerali del 50enne si sono svolti questa mattina in forma privata. A vietare le esequie pubbliche è stato il questore di Bari, Massimo Gambino, che ha ordinato che il trasporto del feretro fosse diretto tra il Policlinico barese e il cimitero di Corato e che “il rito funebre e la tumulazione” si svolgessero “in forma strettamente privata con tutte le cautele atte ad assicurare la tutela dell’ordine pubblico e delle sicurezza dei cittadini”.

Per l’omicidio del 50enne e il ferimento di suo fratello Michele di nove anni più giovane, sono in carcere Nicola, Savino e Gabriele Pilato, rispettivamente cognato e nipoti della vittima, considerati i presunti responsabili del delitto. Sono accusati a vario titolo di omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e tentato omicidio. È invece agli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, la moglie di Nicola Manzi, la 48enne Marianna Balducci, accusata di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. La donna avrebbe inseguito gli indagati (padre e figli) e fatto fuoco contro di loro usando la pistola del marito. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia venerdì scorso, avrebbe riferito di contrasti famigliari tra il marito e i tre indagati.

Omicidio Manzi a Corato, convalidati i fermi dei tre Pilato: padre e figli in carcere. La moglie va ai domiciliari

Il gip del tribunale di Trani Domenico Zeno ha convalidato i fermi di Nicola, Savino e Gabriele Pilato considerati i presunti responsabili dell’assassinio di Nicola Manzi, 50 anni, e del ferimento del fratello 41enne Michele, compiuti per strada, a Corato (Bari), lo scorso 16 dicembre durante una lite famigliare.

Dei tre, assistiti dall’avvocato Gianbattista Pavone, Nicola, di 52 anni, e suo figlio Savino di 22, hanno risposto alle domande poste dal gip nel corso dell’interrogatorio di convalida; il 18enne Gabriele, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nella stessa inchiesta è indagata anche la moglie di Nicola Manzi, anch’ella sottoposta a fermo: si tratta della 48enne Marianna Balducci che avrebbe sparato (o avrebbe tentato di sparare) contro i sicari in fuga usando la pistola del marito.

È accusata di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco e per lei il Gip non ha convalidato il fermo (ritenendo insussistente il pericolo di fuga) e ha disposto gli arresti domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Nel corso dell’interrogatorio la donna avrebbe riferito di contrasti famigliari tra il marito e i tre indagati.

I tre Pilato, rispettivamente cognato e nipoti della vittima (figli della sorella), sono accusati a vario titolo di omicidio, porto abusivo di arma da fuoco e tentato omicidio. I due avrebbero riferito al giudice la loro versione dei fatti sostenendo di aver sparato per legittima difesa in quanto Michele Manzi avrebbe minacciato di uccidere Nicola Pilato innescando il conflitto a fuoco. Nello specifico il padre dei due avrebbe detto che assieme ai figli era pronto per una battuta di caccia al cinghiale quando si sono fermati non lontano da casa di Manzi. La vittima e il fratello avrebbero fatto fuoco contro il 22enne e il fratello minore, Gabriele avrebbe premuto il grilletto uccidendo lo zio e ferendo l’altro. Il 18enne dinanzi al gip è stato in silenzio. Per i tre è stato disposto il carcere.