Aree a tutela elevata o semplice, dall’Umbertino a Poggiofranco: ecco le nuove regole per aprire i locali a Bari

Chi vorrà aprire un locale o un’attività di somministrazione di cibi e bevande a Bari dovrà seguire un iter autorizzativo ben definito. Questa è l’idea del Comune che sarà trasmessa ai 5 Municipi per il parere prima dell’approvazione in Consiglio comunale.

A seguito di una mappatura, saranno distinti aree a tutela elevata (come l’Umbertino, via Mazzitelli a Poggiofranco, viale Amendola) e aree a tutela semplice. L’obiettivo è qualificare l’offerta ricettiva e la vivibilità di alcune zone, oppresse forse da un’eccessiva presenza di persone, e allo stesso tempo promuovere uno sviluppo omogeneo della città, supportando l’apertura di attività in nuove zone

Chi farà domanda per aprire un’attività in queste aree dovrà rispettare dunque dei target e sarà attribuito un punteggio. Le attività dovranno sempre rispettare le prescrizioni, le condizioni e gli impegni fissati all’inizio dell’iter.

Bari, occupazioni di suolo pubblico non autorizzate: chiusi 4 locali nel Municipio I per 5 giorni

Nel corso delle attività di controllo del territorio svolte dalla Polizia locale – settore Annona, con apposite ordinanze è stata disposta la chiusura temporanea, per la durata di cinque giorni, di quattro esercizi commerciali di somministrazione di cibi e bevande per irregolare occupazione di suolo pubblico in zone di pregio nel territorio del Municipio I.

Nello specifico, due delle attività sanzionate utilizzavano uno spazio eccedente rispetto a quello autorizzato per il posizionamento di tavoli e ombrelloni, ingombrando anche giardini pubblici attigui, mentre le altre due posizionavano tavoli e sedie sui marciapiedi antistanti i locali senza averne titolo. Il provvedimento si è reso necessario in quanto i titolari degli esercizi, già richiamati al ripristino dei luoghi nel rispetto di quanto autorizzato, non avevano dato seguito alle prescrizioni.

Il dispositivo delle ordinanze prevede, perciò, che i titolari provvedano a proprie spese all’immediato ripristino dello stato dei luoghi, in modo che cessi l’indebita occupazione di suolo pubblico rilevata dai verbali di accertamento della Polizia locale, e dispone la chiusura dell’esercizio fino al pieno adempimento dell’ordine e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni, a partire dal settimo giorno successivo alla notifica del provvedimento.

“I controlli sul territorio sono diffusi e costanti – spiega l’assessora alla Vivibilità urbana Carla Palone – e i primi ad essere rammaricati delle sanzioni e della chiusura delle attività siamo noi. L’obiettivo dell’amministrazione, infatti, non è certamente ostacolare le attività economiche ma assicurare il rispetto delle regole e la cura dei luoghi che, se gestiti con ordine, sono motivo di attrattività per gli stessi locali. Mi preme ricordare che l’ordinanza di chiusura arriva dopo diverse sanzioni e solleciti da parte della Polizia locale o dell’Annona e che, quindi, i trasgressori sono perfettamente consapevoli di non stare rispettando le regole. Nel caso poi di occupazioni del tutto illegittime, siamo di fronte alla totale inosservanza anche delle regole minime del vivere civile. Questo nonostante tutti gli strumenti semplificati che l’amministrazione ha messo in campo per andare incontro ai titolari delle attività economiche. A questo si aggiungono i controlli sulle attività ricettive, in cui l’amministrazione comunale è impegnata da tempo per contrastare forme di abusivismo nel settore

Movida selvaggia a Bari, Leccese come Decaro. Ecco l’ordinanza: locali chiusi alle 24 e alle 2 nel weekend

Il sindaco di Bari, Vito Leccese, è pronto a firmare un’ordinanza per placare la movida selvaggia in città. Negli ultimi giorni sono stati intensificati i contatti con il Prefetto, mentre il collega notturno Leonetti (il Sindaco della notte) e l’assessore allo Sviluppo Locale Pietro Petruzzelli lo hanno aiutato nel tentativo di riassumere i provvedimenti necessari per contrastare il fenomeno. Sono stati individuati più focolai in città, non solo in centro.

L’ordinanza sarà simile a quella del predecessore Decaro, mai firmata. L’obiettivo è quello di disciplinare la movida, tutelando così i residenti, senza però avere ripercussioni sul commercio e penalizzare le attività. Dalla domenica al mercoledì la chiusura dovrà avvenire non oltre la mezzanotte, da giovedì a sabato alle 2 di notte. Regole che saranno estese anche ai food truck presenti sul lungomare. Nei prossimi giorni sono in programma altri incontri con i comitati dei residenti e con le associazioni di categoria dei ristoratori e si discuterà del provvedimento finale.

Stop alla musica dalle 24 nei locali, giovane gestore scrive a Decaro: “Da me si arriva alle 23 così ci schiacciate”

“Salve signor sindaco, Non è solito da parte mia alzare polemiche inutili, ma in questa circostanza sento l’esigenza di aprire una parentesi che spero si possa chiudere il prima possibile. Alla giovane età di 25 anni, dopo aver vissuto all’estero e aver concluso la mia carriera universitaria al nord, ho deciso di ritornare nella splendida città in cui vivo per coltivare l’ambizione che mi spinge ogni giorno a fare sacrifici. Ho deciso di aprire un Bar serale, cercando di sfruttare tutte le conoscenze apprese negli anni per pormi come un imprenditore del nuovo millennio. Come tanti altri giovani, mi sono dedicato alla cura finanziaria, economica, marketing della struttura per ammortizzare al meglio un debito che ho deciso di affrontare perché credo in quello che questa città può offrire. Per intenderci, non ho aperto un posto per far caciara, anzi, i cittadini amano ciò che facciamo perché mettiamo davanti alla nostra natura di imprenditori dei valori e delle esigenze: organizziamo incontri di lettura per tutti i giovani che amano legge; sponsorizziamo attività e prodotti del nostro territorio, organizzando giornate dedicate; usiamo il marketing per affrontare temi sensibili e sensibilizziamo la raccolta differenziata. Sfortunatamente a quanto pare fare le cose per bene non basta”.

Inizia così lo sfogo del 27enne Marco Timpanaro, titolare del pub Ianus situato in via de Ferrariis 43 al quartiere Picone di Bari. “Ieri notte ho avuto l’onore di ricevere visita dalla tanto temuta polizia annonaria alla 00:30, per quanto concerne un documento che presenta il divieto di musica in filodiffusione dopo 00:00 in tutti i locali – si legge nel post -. È mio compito da buon cittadino rispettare la legge, ma come ben si sa i nostri locali, perché parlo per tutti, sono dei luoghi di incontro serali, che accolgono la clientela verso le 23:00 ogni sera, luoghi in cui condividere una giornata di lavoro pesante con un amico, perché no davanti ad un calice di vino e un leggero sottofondo musicale. Spegnere la filodiffusione a 00:00, che non è la discoteca, significa trasformare un luogo di svago in una scatola asettica. Sono costretto a dilungarmi per ribadire che io non ledo la sfera sociale di nessuno, perché so che significa rispettare il prossimo, il condomino e chi mi circonda. Ogni sera bado personalmente al volume della musica, alla pulizia del marciapiede, i condomini sono diventati cari amici a tal punto che la signora, tanto anziana quanto dolce del primo piano, è diventata per noi staff una seconda nonna. Scrivo tutto questo perché per me, ma come per molti altri, fare impresa non è un piccio o un gioco, ci sono tanti sacrifici e rischi che abbiamo deciso di correre, piuttosto di accettare un posto statale migrante verso la terra promessa. Le scrivo per chiedere di intervenire per davvero perché come ben sappiamo è già stato chiesto più di un mese fa di farlo senza risposta. Siamo in pochi a credere ancora in questa città , non schiacciateci”.