Barletta, abusi sessuali sulle giovani atlete: arrestato allenatore di pallavolo. Tra le vittime anche minorenni

Un ex allenatore di pallavolo di 48 anni di Barletta è finito in carcere perché, nel corso della sua carriera, avrebbe abusato di alcune delle giocatrici della sua squadra, alcune anche minorenni.

L’uomo le invitava in un garage – ricostruiscono le indagini – con la scusa di praticare loro massaggi decontratturanti. Le accuse a suo carico sono violenza sessuale, anche ai danni di minori, ed estorsione.

Le indagini sono iniziate nel settembre di due anni fa quando una ragazzina, nel corso di alcuni colloqui con una psicologa dei servizi socio-assistenziali di Milano, avrebbe confidato le violenze subite quando, ancora minorenne, giocava in una squadra di pallavolo di Barletta. Gli approfondimenti della polizia hanno rivelato altri episodi nello stesso arco temporale.

Inoltre gli investigatori hanno scoperto che, dal 2019 a oggi, l’uomo avrebbe millanto di essere il titolare di un’agenzia professionale di reclutamento di fotomodelle, inducendo alcune ragazze a subire abusi nel corso dei provini.

Tavolini non autorizzati, dipendenti a nero e un euro per usare il bagno: nei guai bar di Barivecchia

Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha effettuato controlli amministrativi presso esercizi commerciali ubicati nella città vecchia.

Nell’ambito di un controllo presso un bar, i poliziotti della Divisione P.A.S.I. della Questura di Bari hanno rilevato la presenza di due persone, un uomo ed una donna, intenti ad espletare servizio di somministrazione al bancone ed ai tavoli installati all’esterno, sulla sede stradale.

I successivi accertamenti hanno consentito di appurare che le due persone prestassero il proprio servizio senza essere regolarmente assunte e che il titolare non era in possesso di autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico, relativamente al posizionamento di cinque tavolini e diverse fioriere sulla sede stradale.

Infine, è emerso che i gestori chiedevano agli avventori il pagamento della somma di 1,00 euro come compenso per l’utilizzo dei servizi igienici. Per gli aspetti di specifica competenza, sono state inoltrate relative segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro ed ai competenti uffici del Comune di Bari.

Bari, lite fuori dal bar: 19enne accoltellato a San Pasquale. Indaga la Polizia

Un 19enne è stato accoltellato sabato sera al quartiere San Pasquale di Bari. L’aggressione, secondo quanto ricostruito, è scaturita in seguito ad un litigio avvenuto nei pressi di un bar della zona.

La giovane vittima è stata soccorsa dal 118 e trasportata al Policlinico di Bari, le sue condizioni non sono gravi. Il 19enne non è in pericolo di vita. Sull’accaduto indaga la polizia.

Bitonto, titolare di un’officina aggredito e picchiato: divieto di dimora per 4 parenti

La Polizia di Stato ha eseguito la misura cautelare coercitiva del divieto di dimora nel comune di Bitonto, emessa dal Tribunale di Bari – Ufficio GIP, nei confronti di quattro bitontini con precedenti penali e di polizia, rispettivamente di anni 53, 25, 24 e 22, legati tra loro da vincoli di parentela.

Riconosciuti gravi indizi di colpevolezza nei confronti delle 4 persone che, in concorso, avrebbero dato luogo ad una violenta aggressione, il pomeriggio del 07 gennaio scorso, nei confronti di un uomo titolare di una officina (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa).

La minuziosa attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari e svolta dagli investigatori Commissariato di P.S di Bitonto, ha permesso di ricostruire gli accadimenti attraverso una accurata analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza.

Identificati gli autori dell’aggressione, presumibilmente scaturita da una controversia legata al malfunzionamento di un’autovettura affidata alla vittima qualche mese prima per la riparazione.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, allo stato (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) gli indagati si sarebbero resi responsabili, in concorso fra loro, per futili motivi e nei confronti di persona anziana, del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e di lesioni personali aggravate, picchiandola sino a fargli perdere conoscenza.

Spaccio di droga, blitz della Polizia a Bari e Casamassima: arrestati due giovani pusher. Denunciata una donna

Nelle scorse ore, la Polizia di Stato di Bari, in due distinte operazioni di contrasto alla illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, che rientrano nella più ampia attività di contrasto a tale tipologia di reati voluta dal Questore di Bari, ha tratto in arresto due soggetti, rispettivamente di 27 e 26 anni.

Sono accusati del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contradittorio con la difesa.

Nella prima operazione, in arco serale, il personale della sezione “Falchi” della Squadra Mobile della Questura di Bari ha pedinato una donna sospettata di fungere da “delivery” per un presunto spacciatore. L’intuizione investigativa ha trovato concreto riscontro, allorquando la donna si è recata a casa del pusher, in zona Policlinico, dove gli operatori hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare, sequestrando un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

Nello specifico, 81,2 grammi di cocaina, 221 grammi di hashish e 25,1 grammi di marijuana, oltre a diverso materiale per il confezionamento ed il taglio delle droghe. L’uomo, un 26enne, è stato tratto in arresto e tradotto in carcere in attesa della convalida dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari, la donna, invece, è stata denunciata a piede libero.

La seconda operazione, condotta dalla sezione “Antidroga” della Squadra Mobile di Bari, si è estesa all’hinterland del capoluogo, nella località di Casamassima, dove gli agenti hanno perquisito l’abitazione nella disponibilità del 27enne, incensurato, sequestrando 35 grammi di cocaina, 50 grammi di hashish e 61 di marijuana, oltre a vario materiale per il confezionamento.

La perquisizione è stata estesa anche ad un box auto, nella esclusiva disponibilità dell’indagato, dove all’interno sono stati sequestrati ulteriori 50 grammi di cocaina. Anche in questo caso, l’arrestato è stato tradotto in carcere a Bari, in attesa della convalida dinanzi al competente Giudice per le Indagini Preliminari.

È importante sottolineare che i procedimenti si trovano nella fase delle indagini preliminari e che, l’eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Bari, paura in centro. Sale in ascensore con la vittima, le tappa la bocca e le sfila due anelli: caccia al ladro

Attimi di paura ieri pomeriggio in centro a Bari dove una donna è stata aggredita e derubata nell’ascensore della propria abitazione.

L’uomo, entrato nel portone insieme alla donna, è salito con lei in ascensore. Appena entrati l’ha bloccata, le ha tappato la bocca con una mano e le ha sfilato due anelli dalle mani. Poi si è dileguato.

Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato. Indagini in corso per risalire al ladro, un italiano di statura media tra i 30 e i 40 anni.

Torino, ciclista di Locorotondo viene urtato dalla Polizia e muore. Il racconto dell’agente: “Lo chiamavo per nome”

“Non appena l’ho visto ho frenato, ma non ho potuto evitare l’impatto. Mi sono reso conto che l’incidente era stato grave. Il mio collega ha chiamato l’ambulanza e io ho tentato di prestare le prime cure. C’era molto sangue. Il nome era su un biglietto d’aereo che aveva con sé: ho continuato a chiamarlo ‘Francesco, Francesco …’, per tenerlo in vita. I soccorsi non sono arrivati subito: ci sono voluti una decina di minuti abbondanti”.

Così oggi in tribunale, a Torino, sono stati rievocati gli attimi successivi all’incidente stradale in cui nel 2022 morì Francesco Convertini, designer di 33 anni originario di Locorotondo (Bari), urtato da un’auto della polizia mentre percorreva in bicicletta una rotonda nel capoluogo piemontese. A parlare è stato l’agente che era alla guida, ora imputato di omicidio colposo.

“Stavamo portando al commissariato Dora Vanchiglia – ha detto – un uomo che avevamo appena arrestato per maltrattamenti sul padre. Era ostile e molto agitato, batteva i pugni sul divisorio in plexiglass. In quel momento c’era molto traffico e i semafori erano lampeggianti. Stavo percorrendo la corsia preferenziale, che era sgombra, e accanto alla nostra auto c’era una fila di auto. Ho intravisto il ciclista solo attraverso il finestrino di una vettura. È stato un attimo. Ho frenato d’istinto. Non stavo correndo, ero in seconda (la marcia – ndr) ma l’impatto c’è stato lo stesso”.

Il poliziotto, ora in servizio a Roma, ha anche spiegato lavorava sulle volanti da poco più di due mesi. A difenderlo è l’avvocato Davide Cangemi. La famiglia di Convertini segue il processo con l’avvocato Natascia Taormina. “Dalle stesse parole dell’agente – ha commentato – è emerso che in prossimità della rotonda le auto si erano fermate per permettere al ciclista di attraversare la strada”. La causa continuerà a maggio.

Truffe agli anziani, si fanno consegnare oro e contanti per 1700 euro: arrestati un 22enne e una 31enne a Bari

Lo scorso 2 aprile, personale della Polizia di Stato di Bari ha proceduto all’arresto, in flagranza di reato, di una donna di 31 anni e di un uomo di 22, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di una truffa aggravata in danno di una persona anziana con il solito raggiro del “finto carabiniere”, truffa, tuttavia, sfociata nel più grave reato di rapina. Accertamenti, compiuti nella fase delle indagini preliminari, necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.

I fatti, in relazione ai quali è stata effettuata la citata operazione di polizia giudiziaria, si inseriscono in una più ampia attività di prevenzione e repressione avviata, in Bari e provincia da personale della Squadra Mobile, proprio a causa della recrudescenza del fenomeno delle truffe agli anziani.

La tecnica adottata ed ormai consolidata è sempre la stessa: i malviventi studiano in maniera approfondita la vittima, individuata sempre tra le persone più vulnerabili, perché anziane o semplicemente sole; riescono a recuperare informazioni di carattere personale, quali il numero di cellulare, il nome di un parente, e poi, simulando un finto incidente, del quale è responsabile il congiunto, trattenuto in qualche ufficio di polizia, in attesa di provvedimenti più gravi, riescono ad ingannare la vittima, facendosi consegnare anche ingenti somme di denaro o altre utilità, come “cauzione” che consentirebbe di liberare il parente.

Questo è quello che è accaduto anche il pomeriggio del 2 aprile ad una signora di 71 anni, dalla quale, la donna presunta autrice è riuscita a farsi consegnare monili in oro e contanti per circa 1700 euro, come corrispettivo da dover necessariamente consegnare per poter ottenere la liberazione del marito arrestato. Nelle fasi finali della consumazione del reato, tuttavia, al fine di sottrarre gli anelli, gli orecchini e la collana in oro indossata, la citata donna ha esercitato una forza fisica nei confronti dell’anziana, integrando così il più grave reato di rapina.

Personale della sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile di Bari, preventivamente allertato, è riuscito ad individuare l’autovettura in uso ai malviventi, un’Opel corsa, con all’interno l’uomo in attesa che la donna uscisse dall’abitazione; autovettura che gli agenti sono riusciti a intercettare e fermare nell’immediatezza della consumazione del reato, proprio sotto l’abitazione della vittima, procedendo così a recuperare tutta la refurtiva che è stata restituita alla legittima proprietaria, ed arrestare i presunti autori.

Non sono state necessarie cure mediche per l’anziana che, soccorsa nell’immediatezza dagli agenti, ha poi sporto denuncia in Questura, permettendo così la ricostruzione della dinamica delittuosa.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure pre cautelari in argomento, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Sventata truffa a Gravina, tentano di rubare soldi e gioielli ad anziana: arrestati due napoletani dopo fuga

Nella giornata di sabato 29 marzo la Polizia di Stato, a Gravina in Puglia, ha tratto in arresto due persone originarie di Napoli che avrebbero tentato di truffare una donna anziana.

I due devono rispondere dei reati di tentata truffa aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.

I poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gravina in Puglia, in collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, sono riusciti a sventare un tentativo di truffa nei confronti di un’anziana donna che vive da sola in casa.

Prima una chiamata sul telefono fisso della vittima a cui vengono richiesti denaro ed oggetti preziosi per “liberare” un parente, arrestato dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale, e risarcire altre persone coinvolte nel finto sinistro.

Subito dopo, a bordo di un’auto, a casa della vittima si presenta un falso avvocato con l’intento di impossessarsi di quanto racimolato dalla persona anziana e fuggire via.

Questa volta, all’arrivo dei due presunti truffatori presso l’abitazione dell’anziana, è intervenuta la Polizia di Stato che, dopo un tentativo di fuga ed un breve inseguimento, ha fermato e tratto in arresto i due giovani che, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Bari.

L’autista della vettura è stato anche sanzionato per guida senza patente. È importante sottolineare che i procedimenti si trovano nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure pre-cautelari, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Trasforma il garage in un negozio per la vendita di liquido per sigarette elettroniche: denunciato 74enne

Avrebbe allestito in un garage, senza alcuna autorizzazione, un negozio per la vendita di liquido per sigarette elettroniche. Per questo un 74enne è stato denunciato a Mesagne, in provincia di Brindisi, dalla polizia.

Dai controlli è emerso anche che oltre 1.300 flaconi del liquido, con e senza nicotina, per un totale di 23 chili, erano privi del contrassegno del monopolio fiscale. Altri otto chili di liquido erano muniti di contrassegno ma messi in vendita da persone non autorizzate.

L’uomo è accusato di contrabbando e vendita senza autorizzazione di tabacchi lavorati, sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sui tabacchi, e interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire in totale difformità e/o con variazioni essenziali con utilizzo improprio del locale destinato a ‘passo carrabile.