Tutto ciò che vedrete nel video caricato sul canale YouTube di quintopotere.it è esattamente ciò che è successo quando il cittadino qualunque Enrico Rizzi ha fatto la sua passerella al canile di Bitonto.
Continue readingPolignano, case popolari vuote o usate come alloggio estivo. Mina: “Io e mio figlio sotto sfratto è crudele”
In poche centinaia di metri quadri si concentrerebbero una serie di abusi sconosciuti alle istituzioni.
Continue readingCaos 118 Bari, operatori ridotti a tassisti. Papappicco: “Ultimo episodio è scandaloso sistema da riformare”
“Venghino siori venghino, si affrettino, la carovana sta partendo”. Inizia così la dettagliata denuncia pubblicata sul suo profilo facebook da Francesco Papappicco, medico del 118 barese e sindacalista FSI. L’ennesima conferma messa nero su bianco e tratta come tutte le altre da una storia vera. Un modo scientifico per documentare come di fatto gli equipaggi del servizio di emergenza-urgenza siano spesso ridotti a tassinari ingaggiati per i cosiddetti trasporti secondari, in molti casi da un reparto ospedaliero all’altro, a meno che non si tratti di trasportare pazienti con la valigia pronta da casa in ospedale.
“A tutti i flutter disponibili sul territorio convergere sul numero unico 118. Si effettuano trasferimenti efficienti, veloci, garantiti e professionali – continua il medico con amara ironia -. A tutte le unità di Pronto Soccorso, per qualsiasi trasporto ‘urgente’ perché scomodare i vostri medici, infermieri, autisti o addirittura i reperibili, perché utilizzare le vostre ambulanze se potete contare sui ‘super-eroi’ del 118?”. Il riferimento, particolarmente duro, è anche alla centrale operativa del 118, accusata di inviare ambulanze anche medicalizzate in situazioni in cui si dovrebbe fare a meno di inviare il soccorso avanzato.
Il riferimento è a un caso specifico, accaduto di recente, che ha come protagonisti un medico di Pronto Soccorso e un paziente che solo due ore prima della chiamata al 118 era andato dal suo medico “in-curante” (guarda caso anche cardiologo) per farsi misurare la pressione. Il professionista, stando al racconto, avrebbe mandato l’uomo da solo in ospedale (omettendo di chiamare direttamente il 118) con un elettrocardiogramma in mano e una diagnosi: ricovero urgente per flutter atriale a 151 bpm in diabetico, iperteso, dislipidemico, non angor, palpitazioni da 2 giorni.
Documenti alla mano il fatto è accaduto alle 19.27. Il paziente, poi, sarebbe rimasto al triage in attesa del tampone e accettato alle 21.27, con dimissioni alle 2.307 per essere trasferito altrove, dopo averlo mandato in consulenza nella Cardiologia dello stesso Ospedale. Leggendo la storia denunciata dal medico, pare anche che “la cardiologa ospedaliera fosse in grado di risolvere un flutter, ma il reparto non ne avrebbe avuta voglia”. È a questo punto che si sarebbe consumato l’ennesimo presunto abuso nell’utilizzo del 118, con la conseguente sottrazione al territorio del presidio salvavita.
Nel referto referto della Cardiologia ospedaliera, infatti, è scritto “alla nostra valutazione paziente asintomatico per angor e cardiopalmo” e quindi si sa perfettamente che quel tipo di paziente non sarebbe mai stato trasportato in nessuna Emodinamica. Nonostante tutto, però, dall’ospedale parte comunque la chiamata alla centrale del 118 nel tentativo di avere un mezzo di soccorso, sollecitando comunque il cosiddetto “Percorso Hub”, quello necessario per il trasferimento urgente di un paziente con seri problemi cardiaci in un ospedale dotato dell’Emodinamica.
Il mezzo dell’emergenza-urgenza in 7 minuti, alle 00.07 è sul posto, nella Cardiologia di un altro ospedale, dove finalmente trascorsa un’altra mezz’oretta il paziente viene sistemato in un letto del reparto “e gli saranno rimboccate le coperte”. Dal momento del malore a quello della buona notte sono passate circa 6 ore. “Ricorda anche – scrive Papappicco ai colleghi ospedalieri – che il medico 118 di quell’automedica ‘sa di non sapere’ ed è a completo servizio di quel medico in-curante, di quei solerti medici dei vostri Pronto Soccorso e della esperta plenipotenziaria dottoressa centralinista del 118. In fondo, il 118ista è solo un medico con infermiere e autista-soccorritore di automedica, che assieme ad altri tre sanitari di ambulanza ‘India’ hanno sottratto due equipaggi di emergenza-urgenza dal territorio. Non curarti del fatto che siano equipaggi che dovrebbero essere allertati su “percorsi hub” per trasferimenti urgenti (nella “golden hour” dal Pronto Soccorso all’Emodinamica solo in caso di IMA-SCA (infarti o sindrome coronarica acuta. Non curarti che questi equipaggi siano già vessati da ‘sequestri’ nei Peonto Soccorso per carenza di barelle, da note con toni di minaccia per ‘eventi sentinella’ (del 26.10.21 da C.O. e ribattuta dal Coordinamento l’11.03.22), da violenze verbali e fisiche sul territorio per ‘ritardi’ di intervento e che rischiano la pelle ogni giorno. Il medico del 118 che ‘sa di non sapere’, continuerà a denunciare questo andazzo non solo come ha scritto prima di ogni altro, ma con ogni altro mezzo e modo a disposizione”. Il riferimento di Papappicco è alla telefonata intercorsa col medico della Centrale Operativa del 118. “Sappiamo che non è urgente, che è una forzatura, ma parliamone, confrontiamoci”.
“Parlare di cosa? – si domanda il medico del 118, che poi affonda il colpo -. Ai Direttori, Manager, Governatori, Assessori, Professori, Presidenti chiedo solo se trovino sensato iniziare a prendere in considerazione qualche suggerimento pratico per uscire dalla farsa e compiere quel gradus ad parnassum verso una Politica Sanitaria e una Medicina fatta da persone competenti e responsabili, invece di continuare a far tirare a passo di granchio questo carrozzone, con mezzucci vuoti e inutili, con espedienti primitivi per imporre le vostre ragioni, suggestionando, pressando e minacciando senza contenuti sensati e legittimi”.
“Accusate il 118 in prima linea – incalza – vi occupate di fatti selezionati deliberatamente, strappandoli dal rispettivo contesto e li interpretate tendenziosamente, ben consapevoli che si tratta di generalizzazioni accidentali, infondate, di carattere puramente retorico e non analitico. Un Dipartimento di Emergenza-Urgenza apofatico, privo di nerbo decisionale, che non riesce a risolvere quanto accade da anni e recentemente denunciato da Papappicco congiuntamente al segretario regionale Tiritiello il 12 marzo scoso -.Le autolettighe del 118 non possono essere adoperate per i percorsi diagnostici o consulenze ospedaliere; né equipaggi e mezzi 118 possono essere impiegati per trasferimenti secondari, addirittura da reparti di un nosocomio all’altro; che è compito dell’infermiere di triage del Pronto Soccorso, ancor prima della visita medica, accettare e prendere in carico il paziente portato dal 118 come da linee di indirizzo nazionali sul triage globale (territorio-Pronto Soccorso); che come già da nostra nota sindacale, in alcun modo il paziente può permanere in carico al 118 dopo accettazione-triage di Pronto Soccorso oltre i tempi e i modi previsti dai codici ‘colore’; che nessun Pronto Soccorso può rifiutare pregiudizialmente addirittura l’accesso di un equipaggio 118 con pazienti a bordo, pena la configurazione di ipotesi di reato di rifiuto-omissione di atti d’ufficio; che pertanto il 118 per vocazione mandatoria di servizio deve tornare a operare in tempi brevissimi sul territorio”.
Sipario, il teatro Petruzzelli è inagibile: Comune ha sempre saputo di non essere il proprietario
“Bullismo di Stato” al Teatro Petruzzelli, sipario. La farsa sulla proprietà e agibilità del politeama barese è all’ultimo atto e non mancano i clamorosi colpi di scena. Come da noi annunciato il 5 gennaio scorso, il Petruzzelli non ha l’agibilità , ma stando a quanto dichiarato da Pompeo Colacicco, direttore della Ripartizione Edilizia e Urbanistica Privata del Comune di Bari, c’è di più: dal 2009, terminati i chiacchierati lavori di restauro, non risulta mai presentata istanza per ottenere l’indispensabile agibilità .
E se questo non fosse già abbastanza grave per testare l’affidabilità delle dichiarazioni pubbliche rilasciate negli anni, arriva la mazzata finale. Ad affondare il colpo è un altro dirigente comunale, l’avvocato Giuseppe Ceglie, a detta del quale il Petruzzelli non è stato mai incluso nell’elenco dei beni demaniali comunali dopo che l’Agenzia delle Entrate, sentita l’Avvocatura dello Stato, ha ritenuto insufficiente la delibera comunale n. 33 del 12/6/2010 come titolo per la trascrizione.
Un terrificante uno-due assestato senza tema di smentita. Il Comune di Bari dunque ha sempre saputo di non essere il proprietario dello storico teatro Petruzzelli e sapeva anche che non avrebbe potuto avere l’agibilità . Le risposte dei burocrati comunali stravolgono completamente la storia raccontata finora in ogni sede dai rappresentanti istituzionali che si sono alternati negli anni. Una storia venduta all’opinione pubblica innalzando il vessillo del bene pubblico a tutti i costi prevalente sulla proprietà privata, anche in barba alle leggi e alle regole che ogni comune cittadino e commerciante deve rispettare.
I cittadini baresi sono stati esposti a un possibile danno erariale di svariati milioni di euro. E non è detto che in questo modo, ricorrendo alla sentenza di Appello, gli eredi avrebbero la prova provata di essere sempre stati i proprietari del Petruzzelli, potendo così avanzare ulteriori richieste economiche. A tirare giù la maschera sono stati gli stessi dirigenti comunali, rispondendo alle legittime richieste avanzate dalla famiglia Messeni Nemagna, alla quale il Comune aveva intimato l’accatastamento e il pagamento dell’Imu calcolata, mancando il nuovo accatastamento, sulle rendite catastali ante incendio.
La famiglia – lo ricordiamo – in nome del bene di tutti, dal 2009 è stata estromessa dall’uso del Politeama e persino dall’accesso all’edificio. Nessuno può negare la felicità di aver visto il Petruzzelli tornare al suo splendore, alla fruibilità del pubblico, ma alla luce di quanto è emerso in passato e continua a emergere in queste ore ci chiediamo a quale prezzo e con quali rischi.
Allo stato attuale, in presenza di possibili infortuni – con la speranza che non accada mai nulla di grave – questa delicata situazione espone tutti a responsabilità risarcitoria aggravata rispetto a maestranze, artisti e utenti. La certificazione di agibilità urbanistica, infatti, non è sostituibile dall’autorizzazione della Commissione Provinciale di vigilanza sugli spettacoli, perché non è ricompresa nella stessa. E cosa succederebbe nel malaugurato caso di un altro incendio come quello che ha distrutto il Politeama la prima dolorosissima volta? Potrebbe venir meno la garanzia assicurativa.
Pare che la famiglia Messeni Nemagna lo scorso 21 marzo abbia inviato una lettera al Comune di Bari (proprietario?) e alla Fondazione con cui declina qualunque responsabilità nel caso di ogni evenienza. Il trenino di Capodanno è stata l’immagine plastica della strafottenza in spregio al rispetto delle regole, evidentemente non solo legate al Covid.
I DIRIGENTI TOLGONO LA MASCHERA ALLA POLITICA
ACCATASTAMENTO – “Per quanto di competenza e in relazione a quanto in atti, si rappresenta che l’immobile “Teatro Petruzzelli” non è stato incluso nell’elenco dei beni demaniali comunali dopo la delibera del Consiglio Comunale n. 33 del 12.6.2010. La trascrizione della deliberazione di Consiglio Comunale n.33/2010 (atto propedeutico all’inserimento del teatro nell’elenco dei beni demaniali comunali) non si è perfezionata in quanto l’Agenzia delle Entrate – Servizio Pubblicità Immobiliare, sentita l’Avvocatura dello Stato ha espresso parere negativo alla trascrizione stessa: la delibera comunale non costituisce titolo idoneo per la trascrizione in quanto non previsto dagli articoli 2657 e 2645 del codice civile”, firmato il Direttore di Ripartizione, avvocato Giuseppe Ceglie.
AGIBILITA’ – “Con riferimento all’oggetto ed in riscontro alla Vostra nota prot. n. 72746 del 07/03/c.a., si comunica che – per quanto rientrante nella competenza di questo ufficio – dall’esame degli atti, relativamente alle unità teatrali di cui all’oggetto (teatro Petruzzelli ndr.), non risultano presentate istanze di agibilità ”, firmato il Direttore della Ripartizione, ingegner Pompeo Colacicco.
Barivecchia, chianche e strade impraticabili. Lo sfogo di Marsiglia: “Ce aspettà me a Dècare merime”
Giacomino Marsiglia, impugna l’ombrello coi colori della pace, ma dichiara guerra al sindaco di Bari, Antonio Decaro, sulle pessime condizioni delle strade del centro storico.
Continue readingL’inferno di Luciano, intrappolato al buio come un topo. Derelitto a 38 anni: “Da solo non ce la faccio”
La separazione, la morte del padre al quale era molto affezionato e il lento declino, fino a diventare un derelitto ad appena 38 anni. Un declino inesorabile sotto gli occhi di tutti. Protagonista dell’incredibile storia è Luciano Sforza, cittadino barese che vive insieme al figlio maggiorenne in una stamberga in via Nicolai, al quartiere Libertà di Bari. Uno di quei tuguri per cui fino a pochi anni fa ci si indignava dopo la nostra inchiesta giornalistica e l’intervento, risoluto ma troppo breve, dell’amministrazione comunale.
Passato il clamore, però, è passata anche la stretta su chi sfrutta la disperazione della povera gente, migranti o italiani che siano. Fin quando Luciano percepiva il reddito di cittadinanza pagava un affitto di 250 euro e tutte le bollette, poi la revoca del sussidio e la picchiata. Gli è stato chiesto di risarcire 15mila euro ingiustamente percepiti.
Da quel momento niente corrente elettrica nel tugurio. Luciano e suo figlio vivono con i pochi aiuti dei familiari – come tutti con i propri guai a cui badare – e la carità che riescono ad avere dalla chiesa. Nel sottoscala di circa 10 metri quadri ci sono due letti sporchi e malconci, un piccolo frigorifero vuoto, i fornelli alimentati da una bombola di gas e il bagno di un metro quadro in condizioni igieniche disastrose. Uno sgabuzzino indecente.
Luciano dopo la separazione dalla moglie si è lasciato andare, chi ci ha segnalato il suo caso giura che fino a pochi anni fa non era in questo stato. Faceva l’imbianchino, lavorava, ora invece cammina a fatica e parla in modo da poterlo appena comprendere. Non abbiamo notizie in merito a quale altro tipo di assistenza abbia, troppo giovane per finire nel dimenticatoio o pensare semplicemente di relegarlo in quel modo ai margini di una società sempre più distratta. Siamo certi che le istituzioni competenti troveranno il modo per tendergli una mano, aiutandolo a venire fuori dall’inferno in cui si è andato a ficcare. Una riabilitazione per quell’uomo, etichettato e deriso, che cattura topi fuori dall’uscio di casa e li lascia liberi dall’altro lato della strada, a pochi passi dal centro.
Sanitaservice Brindisi, dubbi sull’acquisto delle ambulanze: Newcocar fa esposto in Procura sulla gara da 15 milioni
La Newcocar di Beinasco, Torino, ha presentato un esposto ai Carabinieri affinché fosse indirizzato alla Procura di competenza. L’obiettivo dell’azienda è quello di fare chiarezza su alcuni punti controversi dell’appalto da 15 milioni di euro per l’acquisto di 78 mezzi, tra ambulanze e automediche, assegnato dalla Sanitaservice di Brindisi.
Per avere conferma della nostra anticipazione, siamo riusciti a contattare Massimiliano Carleo, legale dell’azienda piemontese, esclusa dall’assegnazione. Per la stessa gara l’azienda fiorentina Orion aveva invece presentato un ricorso al Tar. Diversi i dubbi su cui le aziende chiedono di fare chiarezza. Il legale della Newcocar non si sbilancia, ma conferma la volontà di comprendere l’esistenza di ipotesi di reato eventualmente emerse nell’espletamento delle procedure di gara e nell’assegnazione dell’appalto.
Secondo ciò che avevamo già raccontato, il raggruppamento temporaneo di imprese Sol e Focaccia – l’aggiudicatario – non avrebbero mai allestito ambulanze prima di allora, ricevendo in ogni caso un punteggio di 69 su 70 nell’offerta tecnica, con un ribasso praticamente vicino allo zero. La gara per l’acquisto dei mezzi di soccorso bandita dalla Sanitaservice di Brindisi (per la fornitura anche al territorio tarantino), non è la sola a essere finita nell’occhio del ciclone.
La stessa Orion ha fatto ricorso al Tar anche per l’appalto della Sanitaservice Bari, che tiene bloccata l’assunzione dei soccorritori del 118, ma alcune ombre sulle procedure adottate emergono anche per la gara della Sanitaservice di Lecce. Nelle prossime settimane sapremo se saranno le aziende o le stazioni appaltanti a vincere il primo round. Già si annunciano ricorsi al Consiglio di Stato.
Inchiesta Lerario, la promozione di Danny Sivo e l’imbarazzo della Asl Bari: nessuno chiarisce
Un silenzio assordante da parte del direttore sanitario Sivo e del direttore generale della Asl Bari Sanguedolce.
Continue readingPromessa di incarichi e minacce, il primo incontro con Trisolini: dubbi sulla versione di Campanelli
Ci sono molto dubbi sulle parole dell’avvocato Campanelli. Pare l’abbia conosciuto un anno prima in una riunione svolta in via Gentile.
Continue readingMilano è una piccola Bari, auto abbandonata sui binari del tram in via D’Apuglia: caos e rimozione
Il conducente di una Fiat 500 ha messo in scacco matto il tram, i suoi passeggeri e a alcuni automobilisti in via Nicola D’Apuglia.
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