Giallo sulla morte di Patrizia Nettis, il papà annuncia sui social: “Cambierò la lapide”. Spunta la scritta “assassinata”

“Progetto di modifica della lapide. Sicuramente tra non molto darò incarico all’agenzia di Pompe Funebri di procedere”. Il messaggio pubblicato su Facebook da Vito Nettis, il papà di Patrizia Nettis, la giornalista 41enne originaria di Gioia del Colle trovata impiccata il 29 giugno 2023 nell’appartamento in cui viveva a Fasano, in provincia di Brindisi, è accompagnato da una foto che non lascia spazio ad interpretazioni. L’intenzione è quella modificare il testo sulla lapide della figlia e aggiungere la scritta “Assassinata a Fasano il 29 giugno 2023”.

La Procura di Brindisi ha chiesto l’archiviazione del caso, la famiglia non ha mai creduto alla tesi del suicidio e per questo ha avanzato diverse richieste per disporre l’autopsia, sempre negata. Poi è arrivata anche la comunicazione di non luogo a procedere da parte della Procura generale di Lecce per l’avocazione delle indagini. Nell’inchiesta per la morte di Patrizia Nettis era indagato un uomo, che in passato ha avuto una relazione sentimentale con la donna. L’imprenditore era accusato di istigazione al suicidio e atti persecutori. Del caso ce ne siamo occupati ultimamente  con il criminologo Candiano e il medico legale Bacco. Ci sono troppe incongruenze e le indagini appaiono piuttosto sommarie. La famiglia non si arrende, si è opposta alla richiesta di archiviazione del caso e continua ad insistere affinché venga disposta l’autopsia.

Tragedia a Fasano, investito all’alba: muore il 78enne Antonio Loprete. Caccia al pirata della strada

Un 78enne, Antonio Loprete, è stato investito e ucciso all’alba a Fasano, nel Brindisino, da un automobilista che non si è fermato a prestare soccorso ed è fuggito.

Dopo l’incidente la vittima è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Perrino di Brindisi, dove è morta per i gravi traumi riportati. I carabinieri hanno acquisito i primi elementi per identificare l’auto che ha investito il 78enne.

Precipita nel vano ascensore a Fasano, continuano le indagini sulla morte della 25enne Clelia: nuova perizia

Nella giornata di ieri è stata effettuata una nuova perizia sull’ascensore della palazzina di via Piace a Fasano dove la 25enne Clelia Ditano è tragicamente scomparsa, lo scorso 1° luglio, dopo essere precipitata dal quarto piano nel vano ascensore. L’ascensore resta ancora sequestrato, il consulente però vuole riprodurre le sue normali condizioni di funzionamento. Sono stati dunque rimossi alcuni pezzi danneggiati dopo la caduta per essere riparati, poi verrà effettuato un nuovo sopralluogo. Restano indagate 4 persone tra cui l’amministratore del condominio e i titolari delle ditte incaricate della manutenzione dell’ascensore.

Schianto auto-moto a Fasano, muore il 17enne Gabriel Lanzilotti: avrebbe compiuto 18 anni tra due giorni

È Gabriel Lanzilotti il 17enne deceduto nella notte a Fasano a seguito dello schianto tra una moto e un’auto. La vittima, originaria di Ceglie Messapica, avrebbe compiuto 18 anni tra due giorni. Era in sella ad uno scooter, guidato da un suo coetaneo, che per cause in corso di accertamento dei carabinieri si è scontrato con una Smart.

Il 17enne, trasportato d’urgenza all’ospedale Perrino di Brindisi, è morto pochi minuti dopo il ricovero. Nello stesso ospedale è stato trasferito in codice rosso il suo amico. In stato di choc la donna alla guida della Smart, una 46enne di Fasano. I carabinieri hanno acquisito una serie di elementi per accertare le cause dell’incidente.

Tragedia in centro a Fasano, schianto auto-moto nella notte: muore 17enne. Grave l’amico

Un 17enne è morto e un altro giovane è rimasto ferito nella notte in seguito a un incidente che si è verificato in centro a Fasano, in provincia di Brindisi. La vittima era in sella ad uno scooter, guidato da un suo coetaneo, che per cause in corso di accertamento dei carabinieri si è scontrato con una Smart.

Il 17enne, trasportato d’urgenza all’ospedale Perrino di Brindisi, è morto pochi minuti dopo il ricovero. Nello stesso ospedale è stato trasferito in codice rosso il suo amico. In stato di choc la donna alla guida della Smart, una 46enne di Fasano.

Giallo sulla morte di Patrizia Nettis, inchiesta chiusa: la Procura di Brindisi chiede l’archiviazione

Si chiude l’inchiesta sulla morte di Patrizia Nettis, la giornalista 41enne originaria di Gioia del Colle trovata impiccata il 29 giugno 2023 nell’appartamento in cui viveva a Fasano, in provincia di Brindisi. La Procura di Brindisi ha chiesto l’archiviazione del caso.

La famiglia, rappresentata dal legale Giuseppe Castellaneta, non ha mai creduto alla tesi del suicidio e per questo aveva già avanzato tre richieste alla Procura di Brindisi per disporre l’autopsia, sempre negata. Poi era arrivata anche la comunicazione di non luogo a procedere da parte della Procura generale di Lecce per l’avocazione delle indagini. Nell’inchiesta per la morte di Patrizia Nettis era indagato un uomo, che in passato ha avuto una relazione sentimentale con la donna. L’imprenditore era accusato di istigazione al suicidio e atti persecutori.

Addio al gorilla Riù, lo Zoosafari di Fasano: “Fatto il massimo era il nostro ospite d’onore. Ci mancherai”

“Riù, il nostro grande gorilla buono, da quanto si evince dai documenti dell’epoca fu importato dall’Africa nel 1975 in giovane età e fu allevato quasi come un cucciolo d’Uomo presso il Circo Medrano, dove i proprietari lo crebbero e lo ospitarono per tantissimi anni senza comunque mai utilizzarlo per fini spettacolistici, arrivò a Fasano nel 1994 e non nel 2008 come a volte erroneamente riportato, quindi nel pieno del suo vigore e non perché ormai vecchio ed inutile per i circhi, insieme al suo consimile Pedro di poco più anziano, poi deceduto nel 2008 per cause naturali. Pertanto il trasloco verso Fasano, dove fu realizzata un’apposita area ad essi dedicata, fu proprio per fini assolutamente migliorativi rispetto alla loro precedente condizione di cattività itinerante”.

Inizia così il comunicato stampa dello Zoosafari di Fasano dopo la morte di Riù, il gorilla più anziano d’Europa deceduto lo scorso gennaio. “Sin dal 2008 quindi, con la morte di Pedro iniziò la solitudine di Riù che, come si evince dalle note più in basso, certamente non è dipesa mai dallo Zoosafari ma da ben altre fonti “istituzionali” e burocratiche. In premessa è doveroso qui rappresentare la situazione reale del suo habitat attuale, più volte rinnovato e più che raddoppiato negli anni (ora esteso per circa 1.000 mq. in totale, suddiviso tra le 2 differenti aree esterne, di cui una a vista del pubblico ed una dedicata esclusivamente al relax ed alla privacy degli animali, i 4 “appartamenti” interconnessi tra loro da ponti sopraelevati a tunnel e le aree di servizio per i keepers), dove gli alberi sono sempre accessibili insieme a tronchi e “castelli” di legno su cui arrampicarsi, con una cascata ad acqua corrente dove fare il bagno, con prato verde piantumato con essenze speciali da cui “brucare” ad libitum, dove esistono enormi vetrate perimetrali che permettono il contatto totale verso il mondo esterno ed un’infinità di aree dove potersi invece isolare ed appartare quando desiderato. I 4 box interni sono definibili veri appartamenti non visibili al pubblico ma dotati anch’essi di grandi vetrate aperte verso l’esterno: in pratica una grande area sufficiente per ospitare un intero gruppo familiare, secondo le Linee Guida internazionali dedicate a tale specie. Chi aveva il privilegio di vedere con i propri occhi e chi sentiva l’esigenza etica di voler essere informato davvero da fonti di prima mano, osservando di persona o chiedendo ai nostri esperti, scopriva tantissimo anche sul “dietro le quinte” di Riù, con le etologhe e le primatologhe che si occupavano di lui quotidianamente per non lasciarlo mai solo ed inattivo e con le quali aveva imparato a risolvere test, a riconoscere oggetti, ad interagire e giocare attivamente in maniera diretta ed affettuosa (leggasi anche il libro “Riù: oltre la solitudine”, scritto dalla D.ssa Ilaria Orlando, che lo ha seguito direttamente per anni in qualità di etologa); con i keepers dedicati che si occupavano della sua alimentazione ottimale, del governo dei box e della manutenzione del suo habitat ricco di verde; con i nostri veterinari che lo seguivano costantemente come fosse (quale in fondo era) un vero VIP, qui inteso come Very Important Primate, e con tanta altra gente appassionata e competente in materia che si occupava e si occupa tuttora dei nostri Primati sia a livello nazionale (come per esempio i Ministeri italiani che normano ed autorizzano i Parchi Zoologici, il Ministero dell’Ambiente in primis, che mai ci hanno chiesto o imposto di mandare Riù altrove ma che anzi da sempre monitoravano con grande collaborazione la sua situazione come quella di tutti gli animali di tutti i parchi zoologici italiani contribuendo anche con loro esperti, insieme all’esperienza quasi cinquantennale dello Zoosafari di Fasano inaugurato nel lontano 1973, alle molteplici migliorie realizzate per il suo habitat), e sia a livello internazionale, con il Comitato dell’ E.E.P. (European Endangered Species Program) per i Gorilla, programma gestito dall’E.A.Z.A. (European Zoo and Aquarium Association), di cui abbiamo avuto più volte ospite a Fasano negli ultimi anni su nostro specifico invito proprio il Coordinatore europeo, il Dr. Neil Bemment, uno dei massimi esperti di gorilla al mondo, che ha trovato sempre ottimali le condizioni fisiche e psicologiche di Riù ed ha evidenziato come anche in natura molti maschi anziani vivano gli ultimi anni della loro esistenza in solitaria, come già ben sapevamo d’altronde, e con il quale abbiamo disegnato e realizzato l’ultima versione della struttura, poi definitivamente approvata dal Comitato E.E.P. ed in particolare proprio dal G.E.E.P. Housing Group. Comunque l’eventuale possibilità di dare a Riù una compagna anziana per reciproca compagnia con altri esemplari giovani finalmente cominciava a delinearsi dopo anni come una possibilità non esclusa del tutto ma è sempre dipesa esclusivamente proprio dalle decisioni del Comitato E.E.P. e non certo dai desideri del nostro Parco, che si è battuto per oltre 15 anni per raggiungere tale traguardo, anche implementando costantemente la struttura nel tempo!!! Va anche aggiunto che tutti gli esperti hanno sempre sconsigliato vivamente qualsiasi drastico spostamento altrove di un esemplare così anziano, che avrebbe dovuto affrontare nuovi ambienti, nuove figure umane e la perdita delle persone a lui care e familiari, prospettiva che sarebbe stata assolutamente deleteria per lui. Ma come spesso accade nelle grandi storie da raccontare, ecco l’imponderabile: l’età avanzava inesorabilmente e proprio quando la meta, dopo tantissimi anni di nostri sforzi ed impegno, era stata finalmente raggiunta con gli ultimi accordi con l’E.E.P./E.A.Z.A., che ci assegnavano FINALMENTE nuovi esemplari per fargli compagnia, il nostro grande gorilla buono se ne è andato improvvisamente la notte del 21 gennaio 2024 ad un’età veneranda per la specie!!!! Lo sgomento, il panico, l’incredulità di quella notte, dei giorni successivi e delle settimane seguenti non sono facilmente raccontabili…….. la famiglia umana che lo aveva cresciuto sin da cucciolo, i suoi keepers che lo vivevano ogni giorno come un membro del loro gruppo, i veterinari che lo curavano, le etologhe che lo coccolavano, tutti noi del Parco abbiamo improvvisamente visto cedere un pezzo di cuore e di memoria storica ed affettiva dello Zoosafari di Fasano, cadendo in uno stato di profonda sensazione di lutto, di vuoto, di perdita. Soltanto per poche settimane di ritardo, non eravamo riusciti a donargli anche la gioia di incontrare nuovamente i suoi consimili e, cosa ancora più assurda, neanche di capire al momento come e perché fosse potuto accadere, considerando che appena un paio di ore prima aveva cenato normalmente senza mostrare alcun segno di particolare malessere…..semplicemente i keepers lo hanno trovato riverso a pancia in giù, immobile ed ormai partito verso chissà quale mondo! E’ forse crudo raccontare i dettagli ma ne vale la pena per far capire il nostro vissuto nella frenesia angosciante di quei giorni e di quelle settimane: il dover raccogliere e congelare la salma nella cella frigo dedicata alle carcasse animali, il dover quanto prima informare sia per le vie brevi che ufficialmente tutte le Autorità competenti che ritenevamo doveroso informare (il Ministero Ambiente, il Ministero Salute, il Ministero Politiche Forestali, i Carabinieri Forestali CITES Centrali e Regionali, i Servizi Veterinari ASL Area A ed Area C di Brindisi, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia, ecc. ecc.), il dover organizzare date e modalità dell’indispensabile autopsia presso quest’ultimo Istituto, il dover organizzare il trasporto di Riù fino a Foggia con mezzo autorizzato, il dover (e voler) coinvolgere per l’occasione anche Medici Umani esperti in Medicina Legale ed Anatomia Patologica insieme ad una cinquantina di veterinari esperti che hanno effettuato sul posto o hanno seguito il tutto via Web le necessarie operazioni di sezionamento e campionamento dei vari organi, e poi il rientro di Riù (o di quello che ne restava) per essere cremato presso un Centro Autorizzato della zona, la raccolta delle sue ceneri in un’urna, la realizzazione per lui di una grande tomba marmorea con lapide commemorativa, visibile da subito anche al pubblico e posta presso la nostra Chiesetta proprio di fianco agli Uffici Direzionali, per sentirlo comunque ancora presente, vivo e vicino. I referti ricevuti da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, ottenuti dopo alcuni mesi, hanno evidenziato in primis macroscopicamente uno scompenso con conseguente arresto cardiaco acuto legato all’età, anche perché ancora oggi non ci sono altre evidenze importanti sui campioni sezionati (alcuni dei quali ancora in fase di studio). Come già accennato, quasi beffardamente la situazione diplomatico/burocratica sbloccatasi proprio poco prima che Riù morisse ci ha permesso di ricevere dall’E.E.P. nel marzo 2024 i nostri nuovi 3 gorilla (“Tamani”, una prolifica femmina di 31 anni nata in Olanda e proveniente dal Parco Zoologico di Rotterdam, con 2 dei suoi figli, la femmina “Tonka” di 12 anni ed il giovane maschio “Thabo” di 9 anni d’età), che Riù per un soffio di tempo non è riuscito a conoscere ed incontrare…… E’ facile ergersi a paladini di una battaglia purtroppo scientificamente improponibile ed insostenibile per il ritorno di Riù alla libertà ed alla sua Africa o ad un inesistente “santuario” perché quasi nessun esemplare cresciuto per decenni in ambiente controllato sopravviverebbe in natura. E tutti noi concordiamo, siamo consci e siamo certi che sarebbe stato assolutamente giusto ed opportuno lasciare quei cuccioli nel loro habitat originario e che sia stato un sacrilegio toglierli dalle braccia dei loro genitori, ma all’epoca (parliamo di oltre 50 anni fa) tutto purtroppo era possibile ed oltretutto in maniera del tutto legale ed autorizzata dagli Enti competenti. E’ anche facile, oltre che assurdo, accusarci “di aver nascosto” un dolore così grande quando invece abbiamo informato subito decine di Autorità ed uffici competenti, quando invece abbiamo indicato il triste evento a chiunque abbia avuto interesse vero ad ottenere notizie dirette su Riù via mail o via telefono o di persona, perlomeno per quelle giunte in Direzione (privati cittadini, visitatori, ed anche giornalisti che hanno preferito spontaneamente rispettare il nostro lutto)……… se la notizia si sta diffondendo maggiormente in questi giorni non è perché sia “filtrato” un qualcosa di segreto o sia stato “segnalato” qualcosa da chicchessia ma soltanto perché siamo stati contattati cortesemente pochi giorni addietro da una giornalista della rivista Kodami che ci ha chiesto telefonicamente informazioni e che ha da noi subito ricevuto tutte le notizie reali sia su Riù che sui nuovi arrivi, come abbiamo fatto in tutti gli altri casi. In questo caso Kodami ha deciso di pubblicare, come è giusto che sia secondo proprie sensibilità e necessità redazionali, ed altre testate ne hanno ripreso semplicemente la nota come se fosse uno scoop……..ma che scoop proprio non è!!! Per noi il lutto non è ancora stato elaborato e ne pretendiamo il rispetto da parte di tutti, d’altronde se ne avessimo dato grande rilievo sui media, comunque saremmo stati accusati di sfruttarne la morte per farci pubblicità. Noi non pubblichiamo solitamente informazioni né sulle nascite né sui decessi di qualsiasi esemplare di qualsiasi specie, altrimenti dovremmo produrre decine e decine di post e comunicati all’anno…….. non è nostra prassi ottenere facile visibilità con tali banali espedienti, non ne abbiamo bisogno. Le Autorità competenti di cui sopra, che come già detto sono state subito informate del decesso, sono le uniche a poter dare pareri vincolanti e realmente significativi dal punto di visto scientifico, consulenziale ed operativo ad un parco e se Fasano è quel che è (avendo realizzato oltre 100 Ricerche e Studi Scientifici, sovvenzionando svariati Progetti di Conservazione anche nelle zone d’origine per le specie più rare, partecipando a decine di Programmi E.E.P. e Studbooks per la gestione delle specie rare allevate nei parchi zoologici europei e mondiali, producendo Divulgazione ed Educazione Ambientale) e se Fasano ha quel che ha (cioè la più imponente e più interessante collezione faunistica d’Italia con specie uniche e rarissime in natura, ivi inclusi appunto Orsi Polari, Gorilla, Rinoceronti Indiani, Gazzelle di Mhorr, Orici Corna a Sciabola, Ghepardi, ecc. ecc.), è proprio per la fiducia reciproca e la collaborazione totale con queste stesse Autorità e con le Istituzioni internazionali che ce le affidano! Questi sono i dati di fatto, tutte le narrazioni alternative non sono altro che pura strumentalizzazione ideologica! Oggi per fortuna, ed ormai già da moltissimi decenni, la comunità mondiale dei parchi zoologici non ha più bisogno di esemplari di cattura prelevati in natura essendo sufficienti quelli che nascono in cattività, ma oramai, a danno già compiuto ed esemplari “ereditati” dallo Zoosafari di Fasano, l’unica cosa che ci restava da fare era appunto dare il massimo ed anche di più per offrire a Riù (così come fu fatto per Pedro) le migliori condizioni possibili di vita e tutte le cure e l’affetto che meritava, non da “ergastolano” come lo vedevano alcuni ma da vero fratello, da ospite d’onore, da padrone assoluto e da Sovrano del suo piccolo Regno fasanese! Riù resterà per sempre nei nostri cuori”.

Fasano, la 25enne Clelia precipita nel vano ascensore e muore: interdetti amministratore e manutentore

Il gip del Tribunale di Brindisi ha emesso la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali e imprenditoriali della durata di un anno nei confronti dell’amministratore di condominio e del responsabile tecnico della società di manutenzione degli ascensori coinvolti nell’inchiesta sulla morte di Clelia Ditano.

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