Indagati i poliziotti che hanno ucciso il killer del carabiniere Legrottaglie, Salvini: “Disincentivo per chi rischia la vita”

“Il fatto che due poliziotti siano indagati per aver ucciso il killer lo vedo come un disincentivo al lavoro a chi rischia anche oggi per salvare altre vite. Nell’aggiornamento del decreto sicurezza, stiamo lavorando, come Lega, per prevedere, anche oltre alle tutele legali già previste, il fatto che non ci sia la registrazione nel registro degli indagati di chi, durante il compimento del proprio dovere, deve usare delle armi per mettere fuori servizio i delinquenti”.

Queste le parole del vicepremier e del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a Rtl 102.5. Il leader della Lega ha commentato così la situazione che vede coinvolti i due agenti della Polizia, indagati per omicidio colposo come atto dovuto, che giovedì scorso si sono imbattuti nei due ricercati per la morte del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, ingaggiando un conflitto a fuoco con i fuggitivi nel corso del quale è morto Michele Matrospietro, di 59 anni, che aveva numerosi precedenti penali.

In Puglia lo sciopero della vigilanza privata, protesta anche a Bari. Presidio in Prefettura: “Più equità e sicurezza”

Estendere a tutta la Puglia il contratto integrativo, attivo nelle aziende in provincia di Bari e Barletta-Andria-Trani, e aumentare la sicurezza dei lavoratori.

Sono le rivendicazioni principali degli addetti alla vigilanza armata e ai servizi di sicurezza che oggi, davanti alla Prefettura di Bari, hanno scioperato dalle 9.30 alle 12.30. L’agitazione regionale è stata proclamata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs regionali e vede circa 300 persone in presidio.

I sindacati hanno inoltre chiesto di incontrare il prefetto, Francesco Russo. “Questa rivendicazione va avanti da circa due anni – spiega Barbara Neglia, segretaria generale della Filcams Cgil Puglia -. Il contratto integrativo deve essere esteso a tutta la regione per evitare discriminazioni in base ai territori. In questo modo sarebbero riconosciuti stessi diritti come, per esempio, il premio produzione e il welfare”.

La categoria, spesso nelle prime pagine di cronaca a causa degli assalti ai portavalori, chiede anche maggiore sicurezza. “Ci sono criticità ordinarie – spiega Marco Dell’Anna, segretario generale della UilTucs Puglia – come lo stato dei mezzi e dei dispositivi di protezione personale, ma anche l’emergenza assalto ai portavalori, soprattutto in Puglia. Chiediamo quindi con forza alla prefettura di condividere un piano straordinario con le forze di sicurezza, coinvolgendo anche il ministero dell’Interno”. Quanto al contratto, prosegue, “è fondamentale anche governare il mercato pugliese impedendo forme di concorrenza sleale”.

In piazza anche Leonardo Piacquaddio, segretario della Fisascat Cisl Puglia. “E’ da giugno 2023 che cerchiamo di incontrare le associazioni datoriali – ricorda – se siamo arrivati a scioperare è perché l’atteggiamento nei confronti della categoria è oltraggioso. I lavoratori sono stanchi di questa disparità, non solo retributiva ma anche in termini di welfare e di partecipazione all’organizzazione del lavoro. Auspichiamo quindi di sederci intorno a un tavolo, anche presso l’ente bilaterale della vigilanza per trovare un accordo”.

Arresti tra Canosa e Bari, Daniele Boccuto impartiva ordini dal carcere. L’affiliazione mafiosa e “l’alleanza con Putin”

Legami con uno dei più temuti clan foggiani, quello dei Sinesi-Francavilla; riti di affiliazione camorristici; e intrecci con il clan barese Strisciuglio per il rifornimento di armi, anche da guerra.

Sono alcune delle caratteristiche dell’organizzazione criminale attiva in Puglia sotto la guida dal 34enne Daniele Boccuto, che avrebbe impartito ordini dal carcere di Siracusa, dov’è recluso per omicidio, dispersione di cadavere, spaccio di stupefacenti, estorsione, detenzione e porto di armi.

I carabinieri questa mattina, con l’operazione Diomede, hanno arrestato 17 persone appartenenti al gruppo, una delle quali, per vantarsi della disponibilità di armi, diceva che avrebbe potuto allearsi con Putin. Tra le armi in loro possesso c’erano un Ak45 con 4 caricatori, un Ak47 con 2 caricatori, un fucile calibro 32 con 2 caricatori, un fucile a pompa calibro 12 e 1.000 proiettili. La struttura verticistica del gruppo sarebbe riuscita a smerciare droga con introiti pari a tremila euro al giorno.

Le indagini hanno permesso di accertare il coinvolgimento, tra il 2014 e il 2016, di alcuni degli indagati (per due dei quali è stato disposto l’obbligo di dimora), in delitti efferati come un caso di lupara bianca ma anche in episodi estorsivi come quello avvenuto a Canosa di Puglia dieci anni fa quando, in occasione della festa patronale, furono esplosi 53 colpi di kalashnikov verso alcune giostre, nonostante ci fossero tante persone che affollavano il luna park.

Gli indagati, secondo le indagini, avrebbero usato “la forza intimidatrice del capo clan” per costringere i giostrai a pagare somme pari a 1.500 euro e a fornire più di mille blocchetti di biglietti relativi alle giostre.

L’organizzazione prevedeva l’affiliazione in stile mafioso con la recita della ‘favella’, una filastrocca imparata a memoria che segnava l’ingresso tra le fila dei sodali. Gli inquirenti parlano di “liturgia camorristica”, facendo riferimento al “favellante” che avrebbe ripetuto la filastrocca in occasione della celebrazione del rito dinanzi a una immagine sacra e al padrino: il 34enne recluso in Sicilia.

Sarebbe stato lui a “battezzare” gli associati che avrebbero poi dovuto dimostrargli affidabilità, spirito di sacrificio e sentimento di appartenenza. Come avrebbe fatto il braccio destro di Boccuto, Andrea Di Gennaro, 25 anni appena e contatti con i Sinesi-Francavilla di Foggia.

Alloggi vacanza nel Barese sconosciuti al Fisco, controlli della Finanza: evasi oltre 2,2 milioni di euro

Camere vista mare affittate per brevi periodi ma sconosciute al fisco. Strutture in cui veniva ufficialmente svolta una attività ricettiva a conduzione famigliare e in cui invece c’erano anche dipendenti impiegati in modo irregolare.

Una evasione fiscale di oltre 2,2 milioni di euro e un mancato versamento dell’Iva pari a più di 320mila euro. È quanto scoperto dai finanzieri di Bari impegnati, nelle ultime settimane, in attività monitoraggio delle zone turistiche con l’obiettivo di “individuare strutture irregolari, abusive, non in regola con la disciplina regionale e dal punto di vista fiscale”, spiega una nota.

In quattro strutture “è stata riscontrata l’assenza di qualsivoglia comunicazione obbligatoria, con esercizio abusivo dell’attività di affittacamere”, mentre in altri casi “è stato accertato come l’attività ricettiva non fosse a gestione famigliare ma avesse assunto le caratteristiche e modalità tipiche di una attività imprenditoriale” senza che fossero però state rispettate le regole amministrative e fiscali.

Come avveniva a Monopoli dove sono state scoperte strutture risultate “completamente sconosciute al fisco e che hanno evaso ricavi per oltre un milione di euro”, fanno sapere i finanzieri evidenziando che “la metà delle strutture controllate hanno dichiarato redditi non corrispondenti a quelli effettivamente incassati”.

Sono state riscontrate, poi, violazioni amministrative come la mancata esposizione della targhetta identificativa della tipologia della struttura ricettiva, del codice alloggio e del tariffario aggiornato oltre a violazioni delle disposizioni regionali, contravvenendo in alcuni casi all’obbligo di procedere all’identificazione degli ospiti. Tutte le anomali riscontrate sono state segnalate all’autorità giudiziaria.

Foggia, 21enne presa a pugni e derubata: fermato l’aggressore mentre utilizza le sue carte di credito

È stata strattonata, poi colpita al volto con un pugno, e infine è stata fatta cadere: il responsabile dell’aggressione è poi fuggito con la sua borsa. È accaduto sabato a Foggia a una 21enne, studentessa al secondo anno della facoltà di Odontoiatria.

La giovane è stata  ricoverata in ospedale con una prognosi di 20 giorni. L’aggressore è stato poi individuato dalla polizia e la sua posizione è al vaglio degli inquirenti. “Ho avuto tanta paura”, dice la giovane.

Suo padre ricostruisce i momenti dell’aggressione: “Mia figlia intorno alle 15.30 di ieri si stava recando a studiare a casa di un’amica quando è stata avvicinata e strattonata da un uomo che, vista la resistenza della ragazza, l’ha colpita con un pugno facendola rovinare sull’asfalto e fuggendo poi con la borsa, inseguito in auto per un tratto da un automobilista attirato dalle urla della vittima”.

La polizia lo ha poi rintracciato in un esercizio commerciale dove avrebbe tentato di utilizzare le carte di credito sottratte alla 21enne. “Domani mia figlia avrebbe dovuto sostenere un esame importante e non potrà farlo – continua il padre -. C’è amarezza ma devo ringraziare il pronto intervento della polizia e dei sanitari. In pochissimi minuti hanno soccorso mia figlia prestandole le cure del caso”.

Ginosa, auto finisce fuori strada sulla provinciale 580: grave bimba di 3 anni. Feriti il papà e il fratello di un anno

Grave incidente stradale ieri pomeriggio a Ginosa, lungo la strada provinciale 580, dove una Fiat Tipo con a bordo un’intera famiglia è uscita di strada per cause ancora da accertare.

Una bambina di 3 anni è rimasta gravemente ferita ed è stata trasportata d’urgenza al Santissima Annunziata di Taranto. È ricoverata in condizioni critiche, la prognosi resta riservata. Nello stesso ospedale si trova il padre, l’altro figlio di un anno ha riportato solo ferite lievi mentre la madre è rimasta illesa.

Non sarebbero coinvolti altri veicoli, ma la dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il 118.